la piazza chiede unità il partito democratico non risponde

la piazza chiede unità il partito democratico non risponde

di Caterina Perniconi

AVasto l’aveva detto chiaramente: “La prima volta che andrò in piazza sarà il 5 novembre”. E ieri, Pier Luigi Bersani ha mantenuto la parola mancando il primo appuntamento col (presunto) Nuovo Ulivo.
In piazza Navona, a Roma, il trio dell’opposizione è rimasto un duo, con Antonio Di Pietro e Nichi Vendola, orfani di un fratello che preferisce considerarsi un fratellastro. L’unità resta così un sogno dei militanti. Quando il conduttore della manifestazione organizzata da “Sinistra, ecologia e libertà” avvista una bandiera del Pd, grida: “Ci sono anche loro!”. Gli applausi scattano fragorosi, a dimostrazione di ciò che chiedono decine di migliaia di persone arrivate da tutta Italia a rappresentarne molte di più. In piazza c’è qualche dirigente del Partito democratico, costretto a confessare che “sì, Bersani avrebbe fatto bene a venire e dimostrarsi il leader dell’opposizione anche in questa occasione”. Perché Vendola è ormai un fenomeno in continua ascesa. Sotto il palco si radunano molti supporter d’eccezione: da Valeria Golino con Riccardo Scamarcio a Fabrizio Gifuni, da Fiorella Mannoia a Dario Vergassola.
Sopra, sale l’unico rappresentante del Pd, arrivato in veste di promotore referendario: Arturo Parisi. Acclamato come vincitore della battaglia contro la casta, l’ex ministro della Difesa scocca un’altra freccia contro Bersani: “Abbiamo troppo esitato. É ora di mettersi in cammino con il progetto, le alleanze e il candidato premier”. Secondo Parisi le primarie andrebbero fatte entro l’anno per puntare alle elezioni nel 2012. Di referendum parla anche Di Pietro, che non ha gradito l’iniziativa di Diego Della Valle di comprare pagine di giornali per condannare la casta: “I signori del giorno dopo li abbiamo visti in occasione del referendum e li vediamo ancora oggi. E a Montezemolo e a Della Valle io dico di sporcarsi le mani, nessuno vi ha visto firmare ai banchetti, non dite solo che non va bene niente, perché salire sul carro il giorno dopo è troppo facile…”.
La piazza è colma di ragazzi. Ci sono i ricercatori, alcuni con un cappello che sbeffeggia Mariastella Gelmini: “Siamo fuori dal tunnel”. Ci sono i precari della Croce rossa con lo striscione “la vostra precarizzazione è la nostra fine”. E i ragazzi delle fabbriche, che hanno scritto tricolore: “Vendola presidente”. E lui non li delude, invocando le primarie: “Mi rivolgo all’amico e compagno Bersani e all’amico Di Pietro – ha gridato dal palco – affinché mescoliamo le carte per costruire un cantiere dell’alternativa che sia grande, plurale e giovane. Non dobbiamo più apparire le glorie del passato ma sintonizzarci sui giovani per aprire una nuova stagione di buona politica. E a questo si arriva con le primarie che non sono un concorso di bellezza ma una scelta culturale”. Per portare la coalizione oltre il triumvirato che è già zoppo: “L’unità tra noi è la precondizione per far respirare il paese ma teniamo aperte le porte del cantiere dell’alternativa senza chiuderci nelle nostre identità”.

2 risposte a “la piazza chiede unità il partito democratico non risponde”

  1. Avatar Mario Zaccherini

    Grazie per le belle parole, siamo quelli della bandiera del Pd, ci siamo permessi di pubblicarle.

    http://www.pensieridemocratici.it/politica/10/abbiamo-un-cuore-cosi/

    1. Avatar paolo aquino

      …ringraziamenti che accetto e che doverosamente giro a ‘il fatto quotidiano’: l’articolo è loro e sono contento che la sezione del blog che raccoglie pezzi di quel quotidiano sia fonte divulgativa

      un abbraccio ed a presto

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